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l’equinozio di autunno: culti ancestrali, miti e leggende. Il fascino di un evento

  • Immagine del redattore: Roby R.
    Roby R.
  • 21 set 2019
  • Tempo di lettura: 1 min

Da tempi immemori l’Equinozio d’Autunno, carico di fascino, suggestione e mistero, ha rappresentato un evento importante per i popoli

Il termine equinozio deriva dal latino “equi-noctis” e significa “notte uguale” al giorno ed è quel momento della rivoluzione terrestre intorno al Sole in cui la nostra stella maggiore si trova allo zenit dell’equatore.

Sia solstizi che equinozi hanno un importante significato simbolico in molte culture del passato, ancora oggi molti appassionati si incontrano agli equinozi attorno alle rovine di Stonehenge, e continuano ad avere un ruolo fondamentale nel calendario.

Dal punto di vista astrologico, questi sono gli ultimi giorni in cui le forze si bilanciano, mentre a seguire l’oscurità vincerà per i successivi sei mesi sulla luce. Nella tradizione iniziatica, questo momento rappresenta un passaggio, un tempo per meditare, durante il quale la separazione tra ciò che è visibile e ciò che invisibile tende a diventare sempre più sottile.

Diversi anche i miti, soprattutto celtici, che si legano a questa giornata: l’equinozio autunnale veniva festeggiato con il nome di Mabon, il dio della vegetazione e dei raccolti.

La celebrazione dell’Equinozio d’autunno ha origini antichissime. Chiamato dai Druidi Alban Elfed (Luce d’Autunno) o Alban Elued (Luce dell’acqua), dove l’acqua rappresenta l’oceano cosmico in cui il sole si immerge, scendendo nelle profondità che diventano sempre più oscure, proprio come le giornate invernali

Si tratta di un momento in cui il dio Sole comincia a declinare per far posto alle divinità femminili, lunari.

Immagine dal web

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